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Stati Uniti. Gesuiti su tasse e “baratro fiscale”

La Conferenza dei Gesuiti degli Stati Uniti ha rilasciato recentemente una dichiarazione in materia di tasse e baratro fiscale chiedendo ai politici coinvolti nel dibattito di non dimenticare coloro che si trovano sull’orlo del precipizio. Qui di seguito alcuni stralci del documento: “I politici di Washington sono di fronte a scelte difficili, nel tentativo di raggiungere un accordo sulla riduzione del disavanzo entro la fine dell’anno. Le loro decisioni avranno ripercussioni di lunga durata per il futuro della nostra nazione e alla base di queste decisioni c’è una domanda morale: che tipo di società vogliamo essere? Presumibilmente una società morale, e per esserlo è necessario nutrire gli affamati, vestire gli ignudi, accogliere lo straniero e curare gli ammalati. Una società morale condivide anche gli oneri nei momenti difficili; per cui si chiede di più a chi ha di più. E’ in quest’ottica che la Conferenza dei Gesuiti (…) si oppone a qualsiasi piano di riduzione del deficit che richieda di più da coloro che hanno di meno scaricando così il pareggio di bilancio sulle spalle dei poveri e vulnerabili. Il governo ha la responsabilità di occuparsi dei cittadini in caso di necessità, in particolare di coloro che non possono provvedere a se stessi”. Dopo aver fatto l’analisi della situazione economica del Paese, il documento termina così: “La Conferenza dei Gesuiti degli Stati Uniti sostiene un sistema fiscale che chiede di più a chi è più forte economicamente, perché così facendo si attua un sistema sano ed equo. La riduzione del disavanzo non deve aumentare il carico di coloro che hanno visto diminuire il loro reddito,  scomparire i posti di lavoro ed evaporare i pubblici benefici. Piuttosto ora è il momento di impegnarsi in politiche di riduzione del deficit che favoriscano il bene comune e proteggano i membri più vulnerabili della nostra società”.
 

 

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