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Scuole. Le scuole europee dei Gesuiti su didattica e tecnologia

Dal 26 al 28 marzo si è tenuto a Drongen (Belgio) un incontro organizzato dal Jecse (Jesuit European Committee for Primary & Secondary Education), a cui hanno partecipato alcuni formatori e i delegati per l’educazione delle 157 scuole dei Gesuiti in Europa. Dall’Italia sono partiti P. Vitangelo Denora, delegato del Provinciale per i collegi, e Francesca Argenti, referente nazionale per l’integrazione della tecnologia nella pedagogia e nella didattica ignaziane.

La tematica scelta per l’incontro di quest’anno riguardava le delicate problematiche legate alla “didattica digitale”. Argomento quanto mai spinoso, poiché, se da una parte interpella tutte le scuole e gli educatori da più punti di vista (dalla necessità di innovare, all’attenzione di cui hanno bisogno i ragazzi nel loro relazionarsi con il digitale), dall’altra è percepito come un terreno molto scivoloso e pericoloso da affrontare.

Nel contesto europeo la rete di scuole italiane è l’unica ad aver avviato in modo sistematico e coordinato un processo di riflessione e sperimentazione nel campo dell’innovazione tecnologica. La testimonianza sull’esperienza italiana ha permesso di riflettere insieme su alcuni elementi estremamente significativi:

1. L’investimento sulle tecnologie comporta molto di più che una fornitura di strumentazioni, ma coinvolge il sistema scuola nella sua interezza;

2. Non esiste una formula valida per tutti e non esiste una soluzione valida sempre; la tecnologia ci obbliga a lavorare costantemente su noi stessi e sui nostri margini di miglioramento.

3. La tecnologia non è un surplus che garantisce innovazione e successo didattico. Funziona però quando gli insegnanti non vivono solo un metodo trasmissivo-informativo, ma uno formativo-creativo. In quest’ottica la migliore didattica ignaziana, fondata sull’accompagnamento, può trovare nuove forme di fioritura.

4. La tecnologia offre opportunità che vanno valutate e scelte da chi è in prima linea: è possibile ampliare e facilitare una didattica che è costantemente vissuta come ricerca personale e relazionale, costruita insieme da insegnanti e alunni.

5. La grande sfida oggi è quella di vivere più profondamente i criteri ignaziani: il discernimento nelle scelte pedagogiche, organizzative e antropologiche che la scuola è chiamata a vivere, l’accompagnamento nel cogliere opportunità e valori presenti nella realtà contemporanea.

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