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Roma. Parole e fatti di misericordia, un incontro su padre Dall’Oglio

L’Associazione Amici di Padre Paolo e Articolo 21 hanno organizzato un seminario di studio su dialogo e islam il giorno prima dell’apertura del Giubileo

Padre Paolo Dall’Oglio avrebbe portato il suo straordinario contributo di uomo e di gesuita che conosce bene i luoghi e la semantica delle parola misericordia. Ma è ancora prigioniero e per ricordalo l’Associazione Amici di Padre Paolo e Articolo 21 hanno organizzato un seminario di studio alla Federazione nazionale della Stampa il giorno prima dell’apertura del Giubileo per spiegare che il dialogo ha bisogno di parole e di gesti concreti, esattamente come ha fatto e continua a fare padre Paolo.

Il seminario è servito per riflettere sulle ragioni dell’incontro tra cristiani e musulmani per la misericordia ed è stato il prologo alla partecipazione di molti imam alla Messa di apertura del Giubileo celebrata da Papa Francesco. E’ stato questo il concetto della relazione che ha introdotto il seminario svolta da padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, il quale ha insistito sul fatto che oggi non bisogna solo più discutere insieme, ma fare qualcosa insieme.

Tra i molto interventi due meritano di esseri citati. Quello di Antoine Courban, esperto di relazioni islamo-cristiane all’università Saint Joseph di Beirut, in Libano: “Per troppo tempo abbiamo lasciato il dialogo tra islam e cristianesimo solo tra le mani dei teologi. Ma questo non è vivere insieme. Dopo gli attentati di Parigi, la natura e il quadro del dialogo tra islam e cristianesimo – e in generale del dialogo interreligioso – deve porsi in termini di diritto pubblico, affinché si possa “organizzare” il vivere insieme. Penso e spero che l’Anno della misericordia sia l’occasione unica, a partire da Roma, per iniziative e parole profetiche”.

E quello di Mohammad Sammak, segretario generale dell’Islamic spiritual summit di Beirut, che ha spiegato il significato del concetto di misericordia nella religione islamica: “Misericordia” è il nome di Dio nell’islam, assieme a “compassionevole”. Ora, se questi principi non sono rispettati da chi parla di islam o fraintende l’islam, questa è un’altra cosa. Viviamo una situazione in cui questi principi non sono rispettati da alcuni che si dicono musulmani, ma mostrano un’immagine diversa dell’islam. Questo è il motivo per cui c’è una reale contraddizione tra quello che l’islam dice e la maniera con cui queste persone si comportano”.

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