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Roma. La fotografia della fuga: il Rapporto del Centro Astalli

Il Rapporto annuale del Centro Astalli fotografa la situazione dei rifugiati che passano per le diverse sedi dell’associazione.

“Le Regioni di Italia che hanno più difficoltà ad accogliere i rifugiati sono quelle che hanno maggiori possibilità economiche e quelle che si dicono le più cattoliche. E’ una vergogna che provo come cristiano, e dovrebbe essere una vergogna ecclesiale”: così Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, ha commentato uno dei dati emersi dal Rapporto annuale 2015 del Centro Astalli, presentato questa mattina, presso la sala Squarzina del Teatro Argentina. Una fotografia aggiornata sulle condizioni di circa 21.000 richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2014 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza che l’Associazione gestisce. Per ogni servizio, il Rapporto contiene statistiche e commenti con cui si è cercato di raccontare la presenza di migranti forzati che da gennaio a dicembre 2014 sono entrati in contatto con l’Associazione.

Anche nel 2014, seguendo un trend degli ultimi anni, i migranti forzati che si sono rivolti al Centro Astalli hanno continuato ad essere numerosi: circa 21mila le persone incontrate nei servizi del Centro Astalli di Roma. 34.000 il numero complessivo degli utenti assistiti in tutte le sedi terroriali dell’Associazione. La crisi economica continua a colpire in modo particolare i più vulnerabili. Anche persone che da tempo avevano intrapreso un percorso di autonomia sono state costrette a rientrare nel circuito dell’assistenza. Sempre numerose, tra le persone incontrate, le vittime di tortura: ne sono state individuate e assistite 556, per la maggior parte provenienti da Paesi africani.

Oltre a Enzo Bianchi, sono intervenuti alla conferenza di presentazione padre Camillo Ripamonti sj (presidente Centro Astalli), Berardino Guarino (direttore Programmi Centro Astalli). Ha aperto i lavori l’augurio di Alamajo, giovane rifugiata dalla Costa d’Avorio, e il saluto di Marino Sinibaldi (presidente Teatro di Roma). Ad arricchire la pubblicazione di quest’anno le vignette di Mauro Biani e i commenti al Rapporto di Mario Calabresi, Enrico Letta ed Enzo Bianchi. A chiudere il Rapporto il testo integrale del colloquio “Le frontiere dell’ospitalità” tra P. Adolfo Nicolás, preposito generale della Compagnia di Gesù e P. Federico Lombardi (direttore sala stampa della Santa Sede).


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