Passa al contenuto principale
Gesuiti
Gesuiti in Italia, Albania, Malta e Romania
News
Gesuiti News Sociale Astalli: rapporto 2017, cambiare la narrazione, investire in integrazione
Sociale

Astalli: rapporto 2017, cambiare la narrazione, investire in integrazione

Una fotografia aggiornata sulle condizioni dei richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2016 si sono rivolti al Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza che l’Associazione offre: è il rapporto annuale 2017 presentato stamattina a Roma, dal centro Astalli, al teatro Argentina, con monsignor Nunzio Galantino, segretario generale Cei, l’on. Emma Bonino, padre Camillo Ripamonti sj, Massimo Giannini, e Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati

Per ogni servizio, il Rapporto contiene statistiche e commenti con cui si racconta la presenza di migranti forzati che da gennaio a dicembre 2016 sono entrati in contatto con l’Associazione. Il Rapporto oltre a dare un resoconto di un anno di attività del Centro Astalli, vuole essere uno strumento per capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo; quali le principali difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione.

Nel corso del 2016 sono sbarcate in Italia 181.436 persone, di cui 25.772 minori non accompagnati. Le richieste di protezione internazionale presentate nel nostro Paese nel corso dell’anno sono state 123.000. Il sistema di accoglienza nazionale ha registrato alla fine del 2016 un totale di presenze pari a 176.554 persone. Durante il 2016 il Centro Astalli ha assistito 30.000 persone, di cui 15.000 a Roma, grazie ad una rete di 8 associazioni e 634 volontari Gli studenti incontrati nell’ambito dei progetti Finestre e Incontri sono stati 26.436. Sono state 909 le persone accolte nei centri, di cui 234 a Roma. Tra le persone accompagnate anche 502 vittime di tortura e violenza intenzionale. “E’ aumentato il numero di migranti forzati che vivono in Italia da tempo e, ancora segnati da un equilibrio precario, sviluppano criticità patologiche conseguenti al fallimento del loro percorso di integrazione”, ha denunciato nella sua presentazione il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti. Lavoro e casa sono le richieste più pressanti di chi si rivolge centri, con bisogni sempre più grandi a cui si riesce a far fronte solo in parte. Il Centro Astalli chiede in proposito “una pianificazione organica e un investimento strategico per l’integrazione dei rifugiati, che veda l’impegno non occasionale di tutte le istituzioni competenti”. Inoltre, a proposito del decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione in discussione alla Camera, Ripamonti ha detto: “I muri si costruiscono con il cemento e il filo spinato ma si possono erigere anche con le norme e temiamo che proprio questo stia avvenendo oggi in Italia”. Rivolgendo poi un pensiero alle vittime degli atti di terrorismo in Egitto e in Svezia ha ricordato che “gli attacchi terroristici sono ugualmente tragici ovunque siano commessi e spesso sono la causa che porta i migranti a bussare alle nostre porte”. “Oggi più che mai – ha sottolineato – è doveroso ricordare che la logica del terrore non si combatte chiudendosi e mettendo tra parentesi quel senso di umanità che è invece alla base di un futuro di pace a cui tutti abbiamo diritto”. Padre Ripamonti ha concluso esprimendo inoltre preoccupazione per “il discorso d’odio veicolato dai social media”, invitando a “non lasciarli in ostaggio di pochi violenti” ma a fare in modo che diventino “luogo di crescita per tutti”.

Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, intervenendo alla presentazione ha parlato dei progetti della Chiesa italiana per migranti e rifugiati, in Italia e nei paesi di origine, e ha commentato la scelta dell’Europa di affidare le gestione migranti alla Turchia: “Certi modi di risolvere i problemi sono un subappaltare la mobilità, appaltare a Erdogan e semmai anche alla Libia questo flusso di immigrati vuol dire soltanto farci ricattare ancora una volta da queste persone”. Quanto all’Italia, ha proposto, tra le altre cose, di dare un permesso di soggiorno alle persone che sono state diniegate, perché “in questo tempo c’è bisogno che questa gente abbia una propria identità, abbia una propria dignità, abbia una propria possibilità di riconoscersi e di sapere che fine deve fare. C’è bisogno di buone leggi, c’è bisogno di una legalità osservata, di una legalità rispettata ma che soprattutto sia una legalità che non metta tra parentesi la dignità delle persone, le storie drammatiche delle persone”.

Nel suo intervento la presedente della Camera, Laura Boldrini, ha sottolineato l’importanza di lavorare soprattutto sulla “percezione dell’insicurezza”, perché seppure, come dimostrano i dati, i reati diminuiscono, nell’immaginario collettivo le migrazioni sono associate a un senso di minaccia. Un esito dovuto a una manipolazione politica e informativa che a giorni alterni sulle tragedie dei rifugiati accende il bottone delle commozione o quello della paura. “La buona integrazione ci conviene”, ha sintetizzato l’onorevole Emma Bonino. Nei prossimi 10 anni, ha fatto osservare, per rimanere in bilico tra le pensioni erogate e i lavoratori attivi, in Italia servirebbe 160mila ingressi all’anno: gli immigrati portano contributi e figli, due cose di cui il nostro paese, e l’intera Europa, hanno disperatamente bisogno. Insomma quando si parla di “immigrazione l’ interesse nazionale e i valori coincidono con la causa di una buona integrazione, ma a causa della manipolazione politica questo tema è incandescente” , e quindi non si riesce a varare leggi di qualità che, tra l’altro, riportino nella legalità un esercito di irregolari. “L’integrazione aiuta la sicurezza e facilita l’esercizio dei propri diritti”.

Il Rapporto annuale 2017 descrive il Centro Astalli come una realtà che si adegua e si adatta ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca di giungere in Italia in cerca di protezione. Ad arricchire la pubblicazione di quest’anno le foto scattate da Darrin Zammit Lupi per JRS Europa alle frontiere del Sud Europa (Balcani e Grecia) introdotte dai testi inediti di Emma Bonino e Alessandro Bergonzoni. A chiudere il Rapporto il testo integrale del colloquio sulle migrazioni tra il cardinal Francesco Montenegro e il professor Gustavo Zagrebelsky in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

 
Le foto dell’evento

Ultime notizie
Esplora tutte le news