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Palermo. Padre Lombardi in dialogo con genitori e ragazzi dell’Istituto Gonzaga

Giovedì 1 dicembre padre Federico Lombardi SJ, già direttore della Sala Stampa del Vaticano e oggi presidente della Fondazione Ratzinger, è stato ospite all’Istituto Gonzaga di Palermo per un duplice incontro: al mattino per un incontro/confronto di più di due ore con i liceali e nel pomeriggio per una conversazione sulla Chiesa cattolica e le sfide del nostro tempo

Il tema dell’incontro con i liceali del Gonzaga era molto semplice: è stato chiesto a padre Lombardi di raccontarsi, esaminando tutte le tappe della propria vita partendo dalla sua esperienza come ex-alunno dei gesuiti (p. Lombardi ha infatti studiato all’Istituto Sociale di Torino). Così il celebre gesuita ha accompagnato i ragazzi in un percorso in cui ha raccontato i suoi primi passi da liceale, l’origine della sua vocazione, gli anni del ministero in Germania vicino ai lavoratori italiani immigrati, la sua responsabilità nelle comunicazioni sociali come direttore di Radio Vaticana, e l’essere a fianco di tre Papi come curatore della loro comunicazione con il mondo. Nella seconda parte dell’incontro, invece, i ragazzi hanno posto domande alle quali padre Lombardi ha risposto molto esaustivamente e volentieri.

Padre Lombardi ha insistito molto con i ragazzi sull’invito a studiare: “bisogna approfondire le cose”, perché solo approfondendo si ha uno sguardo sul mondo che possa portare una prospettiva positiva, cioè guardare le cose “animati dallo sguardo della fede”.

P. Lombardi ha poi cercato di restituire ai ragazzi il senso del suo sforzo, come direttore di Radio Vaticana, nel “tradurre il messaggio della Chiesa in modo interculturale”, affinché esso venga compreso in modo corretto da chi vive in ogni continente. Alla richiesta su quale sia stato il suo momento più difficile nel ruolo di portavoce del Papa, padre Lombardi ha risposto che si è trattato dello spiegare ad una composita platea di giornalisti le motivazioni per cui papa Benedetto XVI aveva deciso di “dare le dimissioni”. Padre Lombardi ha confessato che la chiave che gli ha permesso di uscire dalle strettoie di tanta curiosità e domande insidiose è stata il dire le cose come stanno con chiarezza, semplicità e credibilità.

Nel pomeriggio, invece, durante l’incontro con un pubblico più adulto e variegato, promosso dall’Istituto Arrupe, dall’Istituto Gonzaga e dal Centro Astalli, padre Lombardi ha dialogato nuovamente su temi di stretta attualità: dalla crisi economica al fenomeno delle migrazioni, passando attraverso il terrorismo internazionale e i mutamenti geopolitici in atto.

“Papa Francesco – ha raccontato P. Lombardi con la “freschezza” che lo contraddistingue – ha cambiato lo stile dell’organizzazione e della comunicazione del Pontificato, perché prima di tutto è un uomo libero, fuori dagli schemi del protocollo; ha portato freschezza, spontaneità e continue sorprese positive nella Santa Sede, spesso spiazzando anche me stesso. E’ forte il senso della prossimità, della vicinanza anche fisica con le persone: incarna coi suoi gesti il messaggio spirituale del vangelo. La sua sensibilità pastorale, l’essere vicino alle gente, è in continuità con lo stile che aveva da vescovo a Buenos Aires. Papa Francesco ha uno stile do vita da “normale” sacerdote che continua a coltivare i suoi rapporti pastorali, spirituali, personali. La sua è una comunicazione “diretta” col popolo di Dio, senza mediazioni “di apparato”: ogni giorno tiene personalmente la sua corrispondenza, fa le sue telefonate e scrive i suoi discorsi in assoluta autonomia, senza consultarsi anticipatamente con i collaboratori…
Ma non parla solo ai singoli, ma cerca di produrre segni certi di cambiamento a tutti i livelli: dagli incontri coi movimenti popolari, in cui vuole incoraggiare il protagonismo dei poveri a quelli coi potenti in cui li richiama alla responsabilità per la casa comune (ONU, Premio Carlo Magno). Tutto ciò gli conferisce pienamente l’autorità di leader morale mondiale”.

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