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Istituto Gonzaga: qualche riga per capire cosa sta succedendo

La cronaca di Palermo in questi giorni sta raccontando dei licenziamenti dei lavoratori dell’Istituto Gonzaga. Una situazione dolorosa – che coinvolge la comunità dei padri gesuiti, i dipendenti e le famiglie degli alunni – su cui è opportuno dare qualche informazione per fare chiarezza e per capire perché si è giunti a questo punto.

Nell’ultimo biennio la Provincia d’Italia ha intrapreso una radicale riforma (economica, didattica e strutturale) della scuola, con un progetto che ha comportato una riorganizzazione dell’Istituto, in vista della sua sostenibilità, per poter far fronte ad alcuni elementi critici strutturali che si erano accumulati nel tempo. Basti pensare alla sensibile riduzione del numero degli alunni avvenuta nell’ultimo decennio e alla necessità di correggere un bilancio parametrato su un costo del lavoro sproporzionato rispetto alla fisionomia attuale dell’Istituto.
L’analisi fatta aveva rilevato un esubero di 30 unità del personale non docente. Dopo 23 mesi di ricorso agli ammortizzatori sociali con i contratti di solidarietà (2013-2015), il 30 aprile 2015 l’Istituto ha siglato un accordo con le rappresentanze sindacali per destinare il 70% dei ricavi al personale e il 30% alla gestione, con l’impegno di addivenire a una possibile revisione entro un anno. Nell’ottobre scorso, i gesuiti hanno proposto due possibili alternative: 1. l’esternalizzazione dei servizi ausiliari, con garanzie occupazionali e retributive del personale uscente; 2. la trasformazione del rapporto di lavoro di 31 lavoratori a part time e il prepensionamento di 5 lavoratori.
Le Organizzazioni Sindacali FLC CGIL e UIL SCUOLA non hanno accettato le proposte e hanno receduto dall’accordo sottoscritto nell’aprile 2015. L’Istituto Gonzaga-CEI, a questo punto, si è suo malgrado trovato obbligato a procedere con il licenziamento collettivo del personale ATA, essendo impossibile un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali.

Tra i dipendenti licenziati appartenenti al personale dei servizi ausiliari, un buon numero ha comunque richiesto e ottenuto un posto di lavoro nella cooperativa che ha appaltato i servizi di pulizia, vigilanza e assistenza. Una minoranza del personale licenziato, invece, sta preferendo portare avanti una lotta finalizzata a impugnare i licenziamenti, ricorrendo alla stampa locale con informazioni parziali e incomplete che inducono una comprensione falsata della situazione. Purtroppo non per tutti è ancora chiaro che al Gonzaga non sarà più possibile mantenere uno status quo parametrato sul passato: la sproporzione porterebbe immediatamente alla chiusura dell’Istituto.

“Siamo vicini a tutte le persone che stanno soffrendo per questa situazione, comprendiamo il loro disagio e la loro frustrazione”, dichiara il provinciale, padre Gianfranco Matarazzo. “Tuttavia dobbiamo dire in tutta onestà che abbiamo tentato di mediare in ogni modo con loro delle soluzioni praticabili, cercando di coniugare le istanze di riforma della scuola con la salvaguardia del lavoro dipendente. Voglio ringraziare i nostri confratelli per l’enorme sforzo che stanno facendo per il rilancio dell’istituto e per il peso che stanno portando in questo tempo: accompagniamoli con la preghiera. Così pure il personale docente, gli impiegati, gli studenti e le loro famiglie che ci stanno dando fiducia in questo faticoso cammino di riorganizzazione”.

Alcuni genitori degli alunni del Gonzaga “turbati da alcuni articoli di giornale che rappresentano la scuola che abbiamo scelto per i nostri figli in una prospettiva diversa da quella reale” hanno fatto circolare una lettera in cui sostengono e ribadiscono la qualità dell’offerta educativa della scuola, nonché la serietà dei gesuiti e del personale che vi lavora.

“Come genitori che hanno scelto d’iscrivere i propri figli in questa scuola desideriamo ribadire ancora una volta le motivazioni per le quali lo abbiamo fatto:
– Garantire ai nostri figli una scuola con ottima formazione personale e didattica;
– Un corpo docente competente e motivato;
– Funzionali e avanguardistici laboratori;
– Stanze dedicate all’informatica, etc..
– Docenti madrelingua per le lingue straniere;
– Applicazione della pedagogia più all’avanguardia e tecnica di istruzione in sperimentazione nel mondo;
– Un mensa interna sana ed efficiente;
– Campi sportivi aperti anche al pubblico esterno e quindi servizio alla comunità;
– Una biblioteca munita di un fondo librario tra i più antichi in tutti il mondo di 12.000 copie.

Ma soprattutto ragazzi studenti che a scuola vanno per imparare e apprendere dai loro professori ed a casa nel pomeriggio o in biblioteca, sostenuti dai tutor della scuola se vogliono, ripassano ed approfondiscono ciò che hanno appreso.
La forza di questa scuola sta proprio nella collaborazione da parte di tutti alla formazione dei nostri figli, la comunicazione diretta e stimolata tra studenti, genitori e corpo docente, l’intervento reale e costruttivo dei docenti e dei presidi nel seguire singolarmente ogni studente in una forma di tutoraggio.

Il susseguirsi e accanirsi in così pochi giorni su una scuola con considerazioni prive di autentica attendibilità quanto alle ragioni del licenziamento, purtroppo testimoniano ben poco del diritto di cronaca.
Il Gonzaga, oggi presenta studenti da ogni dove e di ogni credo, fra cui i ragazzi con ‘diversabilità’ seguiti con dedizione, competenza e costanza da un corpo docente giovane e nel contempo esperto, ma soprattutto profondamente votato a comprendere l’attitudine singola di ogni studente, seguendo proprio la spiritualità ignaziana della ‘cura personalis’, cercando di ottenere la migliore fioritura di quel talento racchiuso in ciascuno dei nostri figli, alla ricerca del ‘magis’ che ciascuno porta in sè.

Il Gonzaga è oggi una scuola in cui ragazzi si sentono parte integrante, sia di un percorso pedagogico formativo, sia di una grande famiglia che offre i mezzi e le opportunità per capire il mondo, per guardarsi dentro, per approfondire, per riflettere, per esprimere valutazioni (non giudizi figli di pregiudizi), per costruire, creare, essere parte di un divenire in crescita di questa città e di questa memoria per coloro che andranno fuori dai lidi natali senza dimenticare mai le basi che gli sono state date ed una tradizione antichissima di cui ne saranno consapevoli testimoni.

Tutto ciò viene fatto quotidianamente dai Padri Gesuiti e tutto il corpo docente e non, con grande serietà, senza chiudere le porte a nessuno, rinunciando spesso ad ogni interesse finanziario, aiutando soprattutto i più svantaggiati.
Nessuno di noi vuole minimizzare o bypassare il problema dei licenziamenti, avvenuti dopo mesi di contrattazione. Siamo infatti tutti profondamente dispiaciuti delle problematiche che detta ristrutturazione comporta ai lavoratori ed alle famiglie degli stessi. Ciononostante non possiamo fare a meno di ribadire, con questa lettera, le motivazioni della nostra scelta, come genitori che credono nei valori di questa scuola”.

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