Passa al contenuto principale
Gesuiti
Gesuiti in Italia, Albania, Malta e Romania
News
Gesuiti News Curia generale Padre Generale. Diario del viaggio in Etiopia
Curia generale

Padre Generale. Diario del viaggio in Etiopia

Addis Abeba, Etiopia

2 novembre 2015

Il Padre Generale, Adolfo Nicolás, accompagnato dal P. Fratern Masawe, Assistente dell’Africa, e dal P. Douglas Marcouiller, Assistente di Canada e Stati Uniti, è arrivato ad Addis Abeba (Etiopia) lunedì 2 novembre. Ad accoglierlo vi erano il Provinciale, il P. Joseph Afulo, i PP. Odomaro Mubangizi e Fidelis Udahemuka, e i membri della comunità dei gesuiti di Notre Dame. Dopo un breve riposo, il P. Generale ha presieduto la messa per gli ultimi voti del P. Odomaro Mubangizi, S.J., a cui hanno partecipato i membri della Comunità di Vita Cristiana, le Suore missionarie della Carità, e altri religiosi e amici.

Nell’omelia, il P. Generale ha affrontato tre punti principali. Il primo punto riguardava la chiamata di Dio a coloro che trasmettono la sua parola. Ha spiegato che Gesù ha bisogno di collaboratori che diffondano il messaggio di Dio; ciò significa che il messaggero non ha mai un messaggio personale. Ed è così, secondo il P. Generale, che il Papa presenta se stesso. “Lui non vuole trasmettere un messaggio personale. Se così fosse, parlerebbe della grandezza del sacerdozio, e di tutte le cose che preti e seminaristi sembrano dire. Parla di servizio e dice che il pastore deve essere simile alle sue pecore; deve stare loro vicino e accompagnarle nel quotidiano. Questo è quello che speriamo tutti per noi stessi: essere dei buoni pastori. Il lavoro è molto impegnativo, perciò richiede il nostro pieno coinvolgimento.”

Il secondo punto riguardava il “mistero della chiamata”. Il modo in cui Dio ci chiama è un mistero e il modo in cui percepiamo questa chiamata è altrettanto misterioso. “Dobbiamo rispettare il mistero, di cui gli ultimi voti sono l’ultimo gradino; è il momento in cui un professo si vota alla castità e all’obbedienza davanti a tutti noi. Dio ha vie davvero misteriose. Anche quando facciamo un accurato discernimento, ci sono alcune cose che non riusciamo a spiegare; e per questo abbiamo bisogno di quello che in Asia chiamano il terzo occhio. Vorrei tanto che tutti i nostri formatori avessero il terzo occhio, perché è grazie a quello che si riesce a vedere il cuore di una persona. Quando ricevo le informazioni per gli ultimi voti dei nostri compagni, e vi leggo solo aspetti esteriori di una persona, come ad esempio che va a messa tutti i giorni, rimango perplesso perché questo non mi dice niente. Conosco persone che vanno a messa tutti i giorni e che non sanno perdonare. Preghiamo perché tutti noi possiamo avere questo ‘terzo occhio'”.

L’ultimo punto riguardava le beatitudini. Il P. Generale ha spiegato che il contenuto delle beatitudini richiede introspezione. “Le beatitudini sono uno dei messaggi che richiede totale devozione, una totale fiducia in Dio, e introspezione. Nel Buddhismo si tenta di demolire il pensiero logico; nel demolire il nostro modo di pensare iniziamo a pensare spontaneamente come Dio. Pensiamo che sia naturale reagire come le beatitudini. Questa è la chiamata, non ho alcun dubbio in proposito. Le beatitudini dovrebbero venire dal cuore per giungere a una tale introspezione che non può che renderci poveri, umili e misericordiosi, oltre che “affamati” di giustizia sociale. Questo è il messaggio di tutte le encicliche del Papa. Oggi preghiamo perché, non solo il P. Odomaro ma tutti noi qui presenti, possiamo diventare testimoni di questo Vangelo del cuore, un Vangelo che ci cambierà. Come è scritto nella Bibbia, la parola di Dio è dolce sulla bocca ma amara nello stomaco, perché opera un cambiamento in noi”. Il P. Generale ha concluso la messa chiedendo agli astanti di pregare perché questo si avveri per tutti noi e perché “il nostro fratello Odomaro diventi anche il nostro testimone”.

Dopo la messa, il P. Generale ha benedetto le fondamenta della futura sala principale del Centro Galilea per i ritiri spirituali.

 

Addis Abeba, Etiopia

3 novembre 2015

Il Padre Generale, accompagnato dai PP. Fratern Masawe, Douglas Marcouiller, Joseph Afulo, Odomaro Mubangizi e Atakelt Tesfay, ha visitato la città di Bahar Dar, dove si trova la scuola dei gesuiti Abay Mado Catholic Academy. Abba Groum Tesfaye e il Vescovo Lisane-Christos Matheos hanno ricevuto gli ospiti all’aeroporto e poi li hanno portati a fare un breve giro turistico della città. Hanno visitato il complesso edilizio della chiesa ortodossaSt. Giorgis in cui si trova la residenza del P. Pedro Paez. Hanno anche avuto la possibilità di visitare la più che quattrocentenaria residenza. In seguito, hanno preso la macchina per recarsi alla Abay Mado School, dove sono stati accolti da tutti gli alunni, che hanno fatto a gara per stringere la mano al P. Generale e agli altri ospiti. Dopo il caloroso benvenuto, hanno fatto un rapido giro del complesso edilizio della scuola, prima di visitare alcune classi. Il P. Generale ha poi avuto un colloquio più approfondito con il direttore, Abba Groum Tesfaye, sul futuro della scuola. Dopo l’incontro, gli ospiti hanno raggiunto gli allievi per una foto di gruppo. Insieme al Vescovo di Bahar Dar, sua eminenza Lisane-Christos Matheos, gli ospiti hanno potuto condividere il pranzo con gli insegnanti e una rappresentanza dei genitori.

Nei loro interventi, il P. Groum e il Vescovo Lisane-Christos Matheos hanno delineato una breve storia della fondazione della scuola. Il P. Atakelt Tesfay, ex direttore della scuola, ha ricevuto un regalo da parte della scuola. Alla fine della visita, il P. Generale ha incoraggiato i presenti a diventare come giraffe, perché le giraffe hanno un grande cuore. “Le giraffe hanno un punto di vista privilegiato. Ho letto tanti libri sulla leadership, e in ognuno di essi c’è scritto che un leader deve avere un ideale, ma anche l’abilità di condividerlo con i suoi collaboratori. Questo stesso discorso si applica anche al direttore di una scuola e di chiunque voglia diventare un leader. Perciò facciamo come le giraffe”.

Il Padre Generale ha poi benedetto le fondamenta della futura residenza dei gesuiti. Le parole conclusive e la preghiera sono state espresse dal Vescovo Lisane-Christos Matheos che, insieme ad Abba Groum, ha riaccompagnato gli ospiti all’aeroporto. Poco dopo l’arrivo, il P. Generale e il gruppo che era con lui hanno celebrato la messa, presieduta dal P. Masawe, presso la residenza dei gesuiti di Addis Abeba, e poi hanno cenato.

La mattina successiva, il 4 novembre, il P. Generale e il suo gruppo sono partiti per Wau, in Sudan del Sud.

 

Ultime notizie
Esplora tutte le news