“L’esito del referendum sulla Brexit, con la vittoria dei favorevoli all’uscita del Regno Unito dalla Ue, ha lasciato sorpresi non solo gli osservatori, ma persino coloro che avevano fatto campagna a favore di questa alternativa”. Lo si legge nell’editoriale del nuovo numero di “Aggiornamenti sociali”, firmato da padre Giacomo Costa, intitolato: “Tra locale e globale, rilanciamo la democrazia”. Le recenti vicende politiche, culminate nell’esito del referendum sulla Brexit, dimostrano, per l’autore, la fragilità dell’istituzione democratica. Per rilanciarla, occorre a suo avviso sentirsi parte di una società globale che ci coinvolge tutti in prima persona, tornando a dare valore ai legami sociali e alla solidarietà. “Non è la prima volta che il risultato di una consultazione popolare smentisce osservatori, sondaggi ed exit poll, ma – osserva Costa nel lungo articolo – questa volta alla sorpresa si aggiunge una serie di conseguenze politiche ed economiche, per il Regno Unito, per la Ue e per il mondo intero, che gli elettori sembrano non aver saputo o voluto prendere in considerazione, preferendo una scelta ‘di pancia’ più che ‘di testa’”.
“Il referendum britannico ha così dato ulteriore alimento ai dubbi e alle domande sullo stato di salute della democrazia da tempo in circolazione, ad esempio quando si considerano la disaffezione globale al voto, il successo di formazioni populiste la cui cultura politica appare in evidente contrasto con la tradizione della democrazia, la situazione di blocco in cui sono caduti interi Paesi (è successo al Belgio e più recentemente alla Spagna) o ancora l’irrompere sulla scena politica di personaggi che in altri tempi sarebbero stati definiti improbabili, come il candidato repubblicano alla presidenza americana, Donald Trump”. Costa riflette sulla tenuta dei sistemi democratici e afferma: “Va da sé che siamo convinti che i motivi per continuare a essere democratici siano di gran lunga più forti dei dubbi e delle remore che pure si affacciano. La lezione più importante che possiamo trarre è probabilmente che con troppa facilità abbiamo dato la democrazia per scontata e acquisita; quello che ci ritorna è invece che si tratta di un ideale alto ed esigente, ma al tempo stesso fragile, per cui è necessaria una continua opera di manutenzione, che inserisca quei correttivi che l’evoluzione della storia mostra di richiedere”.