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Gesuiti News India. Un movimento di alfabetizzazione
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India. Un movimento di alfabetizzazione

Padre Trevor Miranda racconta del programma che in questi anni si è diffuso a macchia d’olio puntando soprattutto sulle donne

“Questi ultimi 18 anni dei miei 28 di vita sacerdotale li ho spesi così: nel 1981 ho avviato il REAP, programma di azione educativa in ambito rurale, che si proponeva di favorire l’istruzione dei bambini tribali”: è il racconto di padre Trevor Miranda SJ. “Tutto è partito da un’idea, un sogno nato da un’esperienza di incontro ravvicinato con i poveri tribali durante il mio terz’anno. Mi trovavo in un’area rurale remota, a un centinaio di chilometri da Nashik. Tutto era ancora molto primitivo a quel tempo, non c’erano nemmeno i gabinetti!”.

“Ciò che mi colpì era che mentre mi prendevo cura di cento bambini del convitto, ce n’erano a centinaia che non avevano alcuna possibilità di scolarizzazione, e vivevano in totale libertà nella foresta. Questa esperienza mi ha lasciato un segno, e ho deciso allora che avrei dedicato la mia vita all’istruzione dei bambini poveri che crescevano in condizioni svantaggiate”.

Una volta ordinato sacerdote, Miranda è stato assegnato all’ufficio del Procuratore. Essendone la sede in città, nel 1987 ha esteso l’attività del REAP ai bambini di strada. Sviluppandosi il percorso educativo del REAP, è cresciuta anche l’esigenza di insegnanti preparati. “Dovevamo formare ex-novo insegnanti selezionati a livello locale, per cui abbiamo deciso di istituire nostri centri di formazione. L’investimento nella formazione di nostri insegnanti ha determinato il successo del nostro movimento per l’alfabetizzazione”.

“Fin dall’inizio avevo ben chiaro che l’alfabetizzazione cui eravamo dediti doveva portare a una trasformazione sociale; e nessuno è più capace delle donne di apportare cambiamenti. Oggi gli oltre 200 gruppi di autosostegno del REAP si battono in difesa dei diritti delle donne e mirano a fare di esse agenti di trasformazione in seno alle proprie comunità. Un tempo relegate a incombenze strettamente domestiche, le donne hanno ora voce in capitolo su questioni inerenti la vita quotidiana della comunità. Dal seme piantato anni fa è cresciuta una possente quercia sotto i cui rami trova protezione una moltitudine di donne e bambini. La trasformazione è davvero in atto”.

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