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Formazione. A Sighet con la Lega Missionaria Studenti-CVX

Alcuni sono arrivati a Sighet dall’Italia dopo più di 30 ore di pullman; altri con un volo atterrato a Cluj-Napoca seguito da un bel tratto di strada in auto in direzione nord. Tutti, favoriti dalla conformazione delle strade tutt’altro che “a scorrimento veloce”, hanno avuto comunque modo di riposare lo sguardo sul paesaggio rumeno, godere del verde che lo pervade e lasciarsi raggiungere dalla promessa di vitalità e vigore di cui è portatore.

Con questa contemplazione naturalistica è cominciato anche per me l’esperimento estivo con la Lega Missionaria Studenti-CVX , il campo nel quale sono stato impegnato per poco più di tre settimane, a cavallo tra luglio e agosto. Per la LMS-CVX, quello con Sighet è un appuntamento che si ripete da vari anni durante il periodo estivo ma anche, più brevemente, nel periodo natalizio: adolescenti, giovani e adulti partono dall’Italia accompagnati da padri Gesuiti e si mettono a servizio delle necessità della parte più debole e ferita della popolazione locale.

Accompagnato dalla presenza di p. Massimo Nevola, p. Vitangelo Denora e p. Gabriele Semino, oltre che a quella di don Gianluca, sacerdote della Diocesi di Aversa “veterano” a Sighet, ho potuto muovere i miei primi passi in un ambito -quello missionario/sociale- nel quale non mi ero ancora sperimentato come religioso e come sacerdote. Attraverso questo esperimento ho potuto toccare con mano in maniera concreta un aspetto della chiamata alla missione universale della Compagnia, dove la parola “universale” assume almeno due connotazioni diverse: un senso geografico che si allarga idealmente alla totalità dell’umanità, e un senso che richiama i più svariati ambiti dell’agire apostolico, fino ad abitare quelli di “confine”.

Passare quotidianamente del tempo e proporre delle attività di animazione con persone malate al reparto di psichiatria o nelle varie strutture che ospitano persone diversamente-abili mi ha permesso di entrare in contatto con il senso che il mistero dell’incarnazione porta nella vita di chi desidera essere compagno di Gesù: il gesuita (la Compagnia) sceglie di farsi presente laddove l’umanità è ferita per portare con umiltà l’umanità luminosa di Gesù attraverso il proprio “corpo” segnato a sua volta da debolezza.

La presenza e la condivisione che diventano radicate e fedeli permettono allo Spirito di operare ciò che va oltre le possibilità umane: il lento ma significativo cambiamento della mentalità, l’incremento del coinvolgimento e dell’impegno, il miglioramento delle strutture socio-sanitarie e delle condizioni delle persone in esse ospitate. Sighet dopo l’avvento dei Gesuiti non è più la stessa: questa consapevolezza la si respira nell’aria.

Durante il mio soggiorno in Maramures ho vissuto in una delle tre case-famiglia che nel tempo sono sorte per iniziativa della LMS-CVX. Esse costituiscono un ulteriore tentativo di risposta fattiva ad una chiamata del contesto sociale nel quale sono inserite: la forte presenza di bambini e ragazzi orfani e abbandonati. Ho potuto vedere i parintele coinvolti veramente come dei padri, circondati dai bambini pieni di gioia scanzonata: delicata realizzazione del “cento volte tanto” e cordiale da riportare a casa per i giorni e le situazioni di desolazione. Un souvenir donato dal Signore con l’augurio di buon pellegrinaggio.

 

Andrea Piccolo

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