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Cile.Magis: ricostruzione dopo il terremoto del 2010

Poco più di un anno fa un sisma di magnitudo 8,8 sconvolse per 180 secondi il Cile. Erano le 03,34 del 27 febbraio 2010, una data che in pochi scorderanno, nonostante il paese non sia nuovo a fenomeni sismici. Lo scorso 2 gennaio un altro terremoto di magnitudo 7.1 ha colpito il Cile, questa volta fortunatamente senza creare gravi danni. Solo tanta paura, come ha raccontato su Twitter una ragazza cilena di 17 anni: «Dopo il terremoto del 2010 queste scosse sembrano solo un leggero tremore». Difficile darle torto. Il terremoto di un anno fa, il più forte registrato in Cile dal lontano 1960, ha rilasciato una energia 1000 volte superiore rispetto a quello dell’Aquila. Una forza devastante che ha cancellato la vita di 452 persone, 52 sono i dispersi e oltre 2 milioni gli sfollati. E quando la terra trema sono sempre i più deboli a ritrovarsi senza niente. I pochi beni posseduti, scompaiono nel giro di qualche secondo.
Sebbene il Cile sia un paese avanzato rispetto agli altri stati sud americani, la crescita economica non cancella alcune piaghe sociali. La più grave è certamente lo sfruttamento dei minori che spesso si ritrovano a lavorare in ambienti pericolosi per la loro incolumità. In particolare, nelle regioni del Maule e Bio-Bio, i padri gesuiti denunciano inoltre da anni gravi episodi di maltrattamento e abusi sessuali sui minori nei contesti lavorativi che con l’emergenza terremoto sono aumentati in modo preoccupante. Così la Fondazione Magis, grazie ad un finanziamento della Fondazione De Agostini, ha lanciato un progetto volto a migliorare la loro situazione in termini di salvaguardia dei diritti dell’infanzia e prevenzione degli abusi sui minori.
L’iniziativa prevede la costruzione di 2 centri diurni, per i bambini e gli adolescenti maggiori di 5 anni, che oggi stanno al di fuori del Sistema di protezione sociale Statale (“Cile cresce con te”), e che vedono ridotta la loro giornata scolastica, per i danni apportati alle infrastrutture dei territori colpiti dalle catastrofi.
In questi due Centri, uno nella regione di Maulè e l’altro di Bio-Bio, sarà costruita in legno una sala Multiuso, collegata da un corridoio ad un ufficio e una sala per riunioni, che saranno il centro direttivo per l’implementazione di servizi di sostegno per i minori: dal sostegno psicologico a quello scolastico, fino alla fornitura i beni primari per le famiglie in forti difficoltà.
I due Centri diventeranno anche luogo di riflessione e studio per lo sviluppo di strategie che aiutino le famiglie e le associazioni a prevenire violazioni dei diritti dell’infanzia. Un vero e proprio spazio di cittadinanza attiva che permetta di incorporare giornalmente la partecipazione attiva dei bambini, adolescenti e dei loro genitori nell’ottica di un lavoro comunitario dove tutte le persone siano protagoniste di tutto quello che si riuscirà a realizzare.

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